Accanto agli alti funzionari che condividevano il potere del faraone, nella misura in cui il potere assoluto e divino può essere condiviso, si schieravano i quadri burocratici inferiori ed esecutivi: gli scribi. La classe degli scribi, abbastanza numerosa e rispettata, è tipica dell’Egitto perché nessun’altra civiltà antica ebbe un’amministrazione altrettanto articolata. Non tragga in inganno il nome: certo gli scribi avevano frequentato a lungo la scuola per apprendere le complicate scritture egizie ed i meno fortunati tra loro avrebbero passato la vita a scrivere sotto dettatura agli ordini di un funzionario di grado più elevato, ma altri erano investiti di responsabilità più ampie e intervenivano in tutte le sedi della vita associata. Erano presenti negli uffici delle amministrazioni centrali e periferiche, sui campi a compiere misurazioni, a censire il bestiame, o misurare i raccolti, alle frontiere a controllare i traffici e gli stranieri e, dovunque, a riscuotere le imposte. Dalla precisione e dalla competenza del loro lavoro poteva dipendere la sopravvivenza stessa del popolo. Infatti loro compito non era solo quello di censire e calcolare le ricchezze acquisite, ma dovevano prevedere le annate cattive, quando le piene troppo violente o troppo deboli potevano causare carestie, allestendo e mantenendo le scorte.